Questa volta sono andato alla Feltrinelli di piazza Cln con in testa un libro, anzi, il nome di uno scrittore, Antonio Manzini. Verrà a Torino il prossimo giovedì e probabilmente ci farò quattro chiacchiere. Presenta Cinque indagini romane per Rocco Schiavone. Si tratta dell’ormai famoso vicequestore raccontato prima del suo trasferimento ad Aosta. Cinque racconti, cinque piccole delizie per chi ha amato un personaggio, Rocco Schiavone, così ben animato da Manzini. Ho letto il primo, L’accattone. Come per i romanzi, anche questo racconto è una splendida prova di scrittura. Scorre veloce come un torrente di montagna e provoca la stessa sensazione di freschezza. Manzini si diverte un sacco, si sente, ne sono sicuro, e fa divertire il lettore che si mette al fianco del poliziotto scazzato e pieno di cose che gli danno fastidio, come il suo compleanno, la Pasqua e il capodanno. In questo breve racconto, meno di cinquanta pagine, c’è già tutto il mondo dei romanzi di Manzini. A parte la malinconia e la fatica di vivere. In questo primo racconto non ci sono, se si esclude un veloce riferimento alla moglie di Rocco, alla loro casa romana. Un riferimento che galleggia, che non si capisce fino in fondo, per chi non ha ancora letto i romanzi.
A proposito, come tutti gli altri romanzi di Manzini, anche questa raccolta è pubblicata da Sellerio. E se avete un dubbio sul perché è meglio leggere un libro stampato su carta piuttosto che un e-book, prendete in mano un qualsiasi volume della Sellerio e, improvvisamente, capirete.